Mabon


Mabon è il sabbat che festeggia l'arrivo dell'Autunno.
Ci sono molte leggende che narrano vicende affinché l'uomo possa capire il suo ruolo nella Madre Terra durante la stagione di Mabon.
Le principiali fonti su cui basiamo i nostri studi sono le leggende del Dio Mabon e della Dea Kore
versione maschile e femminile di questa stagione.

Di seguito verranno narrate le due leggende che spiegano questo periodo dell'anno e infine ci sarà una piccola riflessione interpretativa.


Mabon è il Celtico bambino di Luce che porta la vita eterna.



Mabon ap Modron significa
"Grande Figlio della Grande Madre"
è il Giovane Figlio, il Giovane Divino, o Figlio della Luce.
'Il Figlio Divino' è il Dio gallese della giovinezza e figlio della madre terra Modron e di Mellt ('Illuminante").
Era il Figlio della Luce, della liberazione, armonia, musica e unità. Ha anche il potere di far fiorire e sviluppare
-ciò che dipende per la propria crescita dalla sua luce solare
(in senso naturale e spirituale).
Nel Racconto di Culhwch e Olwen,
come è narrato nel Libro Rosso di Hergest,
Mabon è il figlio di Modron.
Invero i loro nomi significano solamente "figlio" e "Madre". Mabon è sottratto a Modron la terza notte della
sua nascita e di lui non si sa più nulla fino a quando viene ritrovato in una prigione da Culech e Artù,
che erano andati alla sua ricerca.
La fortezza può essere raggiunta soltanto per via d'acqua;
al momento della sua liberazione
Mabon è la più vecchia creatura vivente.
In questo racconto mitologico gallese Mabon, poi, ha il
ruolo di cacciatore: egli insegue il magico cinghiale Twech Trwyth.

Kore, la vergine Dea



Kore,
figlia di Demetra e di Zeus,
era la vergine dea che simboleggiava il grano verde
(veniva chiamata Persefone quando simboleggiava il grano maturo,  quando simboleggiava il grano raccolto era denominata Ecate). Questi tre nomi comunque ricordano la sua stessa madre Demetra poiché la sua figura ricorda il campo arato
tre volte connesso al rito della fertilità.
Ade (Plutone), dio degli Inferi, si innamorò di Persefone
e chiese a Zeus il permesso di sposarla.
Questi,
per paura che Demetra non avrebbe mai perdonato che la figlia fosse confinata nel Tartaro,
non rispose né sì né no,
ma Ade si sentì autorizzato a rapire la divina fanciulla.
Così,
mentre Persefone coglieva fiori nei prati adiacenti il lago di Pergusa insieme con le sue amiche ninfe
(tra cui Ciane che per le lacrime versate si trasformò in fiume sotterraneo ed andò a riaffiorare a Siracusa),
fu rapita da Ade e condotta con lui nel Tartaro,
il regno sotterraneo dei morti.
Demetra cercò Kore per nove giorni e nove notti,
senza mangiare né bere e invocando disperatamente il suo nome.
Il decimo giorno giunse a Eleusi
dove le venne raccontata la visione di un carro misterioso trainato da cavalli neri che era comparso e poi scomparso in una voragine e il cui invisibile guidatore teneva saldamente avvinta una fanciulla urlante. Avuta la prova dell'ignobile rapimento
con la probabile complicità di Giove,
Demetra, piuttosto che salire all'Olimpo,
si mise a vagare furibonda sulla terra,
impedendo alla natura di rifiorire e produrre frutti,
tanto che l'umanità stessa minacciava di perire.
Zeus non osava recarsi da Demetra ad Eleusi,
ma le inviò messaggi e doni prontamente rifiutati dalla dea che,
anzi, giurò che la terra sarebbe rimasta sterile
finché non le fosse restituita l'adorata figlia.
Zeus affidò ad Ermes un messaggio per Ade:
"Se non restituisci Kore, andremo tutti in rovina".
Un altro messaggio inviò a Demetra:
"Avrai tua figlia Persefone,
purché non abbia assaggiato il cibo dei morti".
Poiché Kore aveva rifiutato di mangiare fin dal suo rapimento, 
Ade fu costretto a promettere la sua liberazione e salire sul carro. 
A Eleusi Demetra era pronta ad abbracciare la figlia,
ma saputo che Persefone era stata accusata di aver assaggiato
sette chicchi di melograno nel regno dei morti,
ricadde nella disperazione e minacciò di maledire ancora la terra.
Zeus,
con i buoni uffici di Rea
(madre sua e pure di Demetra nonché di Ade),
creò un compromesso:
Persefone avrebbe trascorso ogni anno tre mesi in compagnia di Ade, come regina del Tartaro,
e gli altri nove mesi con sua madre.
Così Demetra risalì all'Olimpo
non prima di aver ricompensato chi l'aveva aiutata nella ricerca:
a Trittolemo diede semi di grano, un aratro di legno, un cocchio,
e lo mandò per il mondo ad insegnare l'agricoltura agli uomini.



La festività di Mabon coincide con l'equilibrio della luce e delle tenebre. Dopo, man mano, la luce cederà le proprio ore alla luna.
Si tratta di un periodo di riposo della Terra, che smette di produrre, nella attesa del ritorno del Sole...
Ma non solo... nelle leggende sopra lette possiamo dedurre delle peculiarità del riposo della Madre Terra.

Innanzitutto si tratta di un periodo in cui la Madre Terra custodisce la Dea dentro di Sè, quindi è un periodo di introspozione, di studio e di cambiamento interno di ogni strega. 
Quindi l'inverno non è proprio un periodo di riposo,  bensì è il periodo in cui ognuno di noi si rimette in discussione. 
Nel periodo di Mabon ci dovremo preparare recupernado l'ultimo raccolto e accingendoci a una introspezione personale.

Inoltre, trattando l'argomento della fase della Dea(quindi parliamo della Dea Vergine, Dea Madre e Dea Strega), ovviamente con l'inverno ci accingiamo alla fase della Dea Strega, appunto perchè la fase della Dea della saggezza. Solo attraverso dei lunghi perdiodi di introspezione possiamo raggiungere un'altra trasformazione.

Mabon è anche considerato il periodo propizio alle iniziazioni.

Alcune streghe sostengono che questo perdiodo coincida anche con la fecondazione della donna, appunto come Mabon, bambino di luce, entra all'interno della Madre Terra, così l'inverno sia il momento migliore per condurre una gravidanza, partorendo il proprio figliuolo in Luglio e festeggiandolo con il Sabbat di Lammas (1 Agosto, la festa del primo raccolto).

Quindi non ci resta che preparaci al nostro momento introspettivo, ognuno a modo nostro... 

Buon Lavoro...